Divieto di pubblicizzare la carne: la richiesta di Greenpeace all’UE

carne barbecue

In vista della nuova proposta che la Commissione europea dovrà formulare su come promuovere dal punto di vista commerciale i prodotti alimentari europei, Greenpeace ha richiesto alla UE di vietare la pubblicità di carne animale utilizzando fondi europei.

I finanziamenti europei ai produttori di carne utilizzati soprattutto per finanziare gli allevamenti intensivi erano stati approvati nel 2020 dal Parlamento Europeo, con l’approvazione della PAC, la Politica Agricola Comune, grazie anche al voto favorevole della quasi totalità della delegazione italiana.

Pensate che negli ultimi 5 anni sono stati spesi ben 143 milioni di euro di fondi comunitari per finanziare le campagne pubblicitarie che invitano a consumare carne e prodotti derivati.

In aggiunta al problema legato alla non sostenibilità ambientale degli allevamenti intensivi, fin dal 2016 l’OMS ha inserito la carne rossa nell’elenco di alimenti “probabilmente cancerogeni” (gruppo 2A) e la carne lavorata, come salami e wurstel, nell’elenco degli “alimenti certamente cancerogeni” (gruppo 1).

La guerra in Ucraina ha contribuito a diffondere la convinzione che gli allevamenti intensivi sono un problema reale in quanto più del 60% dei cereali commercializzati in Europa è al momento destinato a essere utilizzato come mangime per gli allevamenti, rispetto al 22% dedicato all’alimentazione umana.

In base ai calcoli di Greenpeace, semplicemente riducendo dell’8% il numero di animali allevati nell’Unione Europea si potrebbe risparmiare frumento in quantità tale da azzerare il deficit causato dai problemi legati alla guerra tra Russia e Ucraina.